Gli scenari marittimi del Mediterraneo si stanno evolvendo e consolidando verso un nuovo trend di crescita grazie a tre aspetti principali: in primis l'espansione del Canale di Suez (inaugurata nel 2016) dove il traffico, da mesi, aumenta con percentuali a doppia cifra, poi gli investimenti che la Cina sta ponendo in atto nel "Mare nostrum" e, infine, la presenza delle Zone Economiche Speciali che vanno ad attrarre nuovi investimenti imprenditoriali, in particolar modo nel Mezzogiorno e nella fattispecie in Campania.
ZES (Zone Economiche Speciali)
Come si crea una ZES? In Italia la procedura è la seguente: la proposta parte dalla Regione (possono farlo Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna), sentiti i sindaci dei territori, e sulla base di un apposito piano strategico di sviluppo. Infine il Governo la istituisce.
Operare in una ZES significa, per il tessuto imprenditoriale, la possibilità in primis di accedere al credito d’imposta per maxi investimenti fino a 50 milioni di euro, anziché 15, poi una tempistica dimezzata per il rilascio di autorizzazioni e procedure (ad esempio l’apertura di nuovi stabilimenti) ed infine oneri amministrativi e istruttori ridotti.
La Campania è stata la regione più veloce di tutti a creare la ZES, con il sistema portuale formato da Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, seguita dalla Calabria con Gioia Tauro.
Con l’approvazione, da parte della Giunta Regionale della Basilicata, della Delibera recante “Adozione del Piano di sviluppo strategico ZES Basilicata a carattere interregionale, finalizzato alla proposta di istituzione di una ZES ionica interregionale, di concerto della regione Puglia”, giunge a compimento la fase preparatoria per dare vita a questa importante ZES.
Si tratta di un progetto ambizioso, in quanto le ZES interregionali per legge si possono costituire a condizione che le Regioni promotrici presentino nessi economici funzionali e dispongano almeno di un’area portuale idonea, ancora meglio in presenza di uno scalo aeroportuale.
In Sardegna l’assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci, ha dichiarato che “tutti i porti commerciali sardi” rientreranno nella ZES, mentre il presidente dell’Adsp, Massimo Deiana, ha sottolineato come le molte risorse a disposizione a livello nazionale rendano la realizzazione di queste zone un traguardo fattibile: un’occasione d’oro per una regione al centro del Mediterraneo.
Si è mossa anche la Sicilia: i due sistemi portuali siciliani di Palermo-Trapani da una parte e Catania-Augusta dall’altra hanno il vantaggio di essere ancora più vicini al canale di Suez e a quel Nord Africa di cui, non è un mistero, si vogliono intercettare i traffici marittimi, da e per il Mediterraneo.
La Cina stà continuando a sviluppare il suo piano imponente di investimenti infrastrutturali (Belt & Road Initiative), rispetto al quale il nostro sistema portuale deve necessariamente proporsi per avere un ruolo attivo. Di certo il Dragone è più interessato ai porti settentrionali più vicini al Centro Europa, ma la portualià del Sud può diventare il punto di riferimento di un mercato nazionale di import/export di merci da e verso il Nord Africa.
La Cina è molto interessata anche all'area del Middle East, Paesi che il Sud Italia serve, in termini di trasporti, con ampi margini di opportunità e crescita. I Porti del sistema campano (Napoli-Salerno-Castellammare) continuano ad avere un trend positivo dimostrato anche dai dati del primo semestre del 2018: quasi mezzo milione di container sono transitati con un aumento del 5,4% sul primo semestre 2017.
L'impatto che le ZES può avere sulle regioni del Sud può essere misurato da vari indicatori: sicuramente il principale è quello relativo alle esportazioni, poiché le ZES sono strumenti di sviluppo nati per attrarre, in una determinata area, investimenti export-oriented; un altro indicatore è il traffico container poiché altri studi hanno mostrato come, sui porti del Mediterraneo, dotati di ZES, il traffico abbia avuto incrementi medi annui di circa 8,4%.
Da alcuni studi effettuati sulle ZES mondiali, è emerso che, una volta a regime, in media queste aree possono incrementare le esportazioni di un territorio fino al 40%.
In conclusione, a prescindere dalle stime, investire sulle ZES diventa una soluzione strategica per attirare investimenti ed aumentare la competitività internazionale.