VINO: EXPORT DA RECORD +338% IN RUSSIA

Partenza con il botto nel 2013 per il vino italiano. Nei primi quattro mesi dell’anno, secondo un rapporto di Winemonitor, centro studi di Nomisma, l’Italia ha guadagnato in tutti i mercati extra europei. Con punte straordinarie, come il 338% in più rispetto allo stesso periodo del 2012, registrato con i nostri spumanti in Russia (Asti, ma non solo).

Un aiuto è arrivato dai fondi comunitari OCM, erogati da Bruxelles per sostenere progetti di export delle aziende. Ma ha contato soprattutto il generale apprezzamento per tutto ciò che di italiano finisce nelle tavole del mondo, dalla pasta all’olio al vino. La food economy sembra aver ereditato dalla moda il ruolo di avanguardia del made in Italy. C’è poi un altro fattore che spinge i vignaioli tricolori a usare sempre di più i loro passaporti: cercare nuovi mercati è indispensabile per la sopravvivenza delle aziende, visto che in Italia si beve e si spende sempre meno.

Sono arrivati buoni risultati per il vino italiano sia nei mercati tradizionali, come la Svizzera e gli Stati Uniti, sia nelle nuove frontiere, come la Cina, dove si registra un aumento del valore dell’import  del 35,5 %. Così, mentre abbiamo perso in questa crisi una industria su quattro e non c’è distretto che si salvi dalla contrazione dei consumi, un messaggio di speranza giunge dalla nostra agricoltura. Almeno per quanto riguarda il vino, abbiamo un mondo da conquistare e siamo già sulla buona strada.

Gli investimenti sono serviti per sostenere le nostre case vinicole e a quanto sembra dai risultati sono stati un ottimo incentivo e la cosa più interessante è che i vini italiani hanno registrato performance migliori della media del mercato, almeno in 4 paesi su 6.

Se il 71,5% in più di valore di vino italiano esportato in Russia è una sorta di recupero dopo una serie di intoppi burocratici e legali registrati nel 2012, i risultati in Oriente testimoniano invece solo un reale trend di crescita. L’incremento nel mercato cinese è pari al +35,5% (in valore) a fronte di un corrispondente aumento medio delle importazioni di vino nel paese che si ferma ad un +14%. Ancora più significativa la performance dei nostri vini sul mercato giapponese. Salvo il caso del Giappone, in tutti i mercati extra Ue presi in esame sono i vini spumanti/frizzanti ad evidenziare le crescite maggiori, a fronte di incrementi inferiori per quelli fermi e a cali significativi per gli sfusi.

Non resta che proseguire su questa strada, puntando sempre di più sulla qualità e facendo conoscere non solo i vini, ma anche le storie di coloro che stanno dietro ogni etichetta, famiglie con storie spesso secolari.

Fonte: Il Corriere della Sera