Il Messico con 105,9 milioni di abitanti, un PIL nominale di circa 886,4 miliardi di US$ ed un PIL nominale pro-capite di 8.426 US$ è la quindicesima economia mondiale e la seconda dell’America Latina e vanta una economia stabile ed in crescita, fa parte del NAFTA (Il North American Free Trade Agreement), è un trattato di libero scambio commerciale stipulato tra Stati Uniti, Canada e Messico e modellato sul già esistente accordo di libero commercio tra Canada e Stati Uniti (FTA), a sua volta ispirato al modello dell'Unione Europea. L’aspetto che maggiormente caratterizza il NAFTA è sicuramente legato alla progressiva eliminazione di tutte le barriere tariffarie fra i paesi che aderiscono all’accordo. Tale accordo unitamente alla contiguità geografica con gli USA rendono il Messico particolarmente legato e in un certo senso dipendente dal colosso nordamericano.
La produzione locale di mobili in Messico è realizzata da una miriade (82.000) di piccole aziende dislocate su tutto il territorio nazionale. Trattasi di prodotti in stile rustico, ben noti anche in Italia, che alimentano una domanda nazionale costante e che assolvono le richieste di mercati esteri, tra cui il maggiore acquirente sono gli USA (circa il 40% dell’export). Va anche sottolineata la dipendenza del Messico, al pari di numerosi altri Paesi del centro e Sud America, dal notevole flusso di importazioni di mobili dalla Cina. Uno dei maggiori problemi dei mobilieri messicani va ricercato nella mancanza di nuovi investimenti – soprattutto in termini di nuove tecnologie produttive - che ostacola il mantenimento e lo sviluppo delle vendite in campo nazionale ed internazionale. In Messico ci sono solo 4 o 5 industrie che riescono ad avvicinarsi, come quantità di prodotti, alle strutture analoghe cinesi, che possono contare sui grandi vantaggi derivanti dalle economie di scala. Come in molti altri Paesi, la distribuzione dei mobili in Messico non si concentra in particolari zone né in particolari unità distributive. Si può affermare che i maggiori dettaglianti di mobili in Messico controllano dal 10% al 20% delle vendite di mobili al dettaglio nel Paese, mentre il resto è distribuito da un vasto numero di punti vendita sparso in tutto il Paese. Il mobile di diverso stile e qualità, rispetto al prodotto locale, non risulta in concorrenza diretta con quello domestico. Pertanto grossisti e dettaglianti non sono in grado di superare eventuali incrementi dei prezzi, mentre la fascia meno cara è particolarmente competitiva. Tale fenomeno è anche dovuto al flusso delle importazioni di mobili cinesi dai prezzi molto bassi. Secondo l’OCSE dal 2000 al 2005 i prezzi al dettaglio di mobili sono aumentati ad un tasso annuale del 5,2%. Sembra altresì che tale tendenza si sia mantenuta agli stessi livelli successivamente e che sia ancora in atto. Va tuttavia notato che l’aumento della fascia di consumatori della classe media messicana sia responsabile dell’incremento delle vendite di mobili più cari, una situazione che sembra offrire maggiori opportunità per i dettaglianti che per i produttori messicani. La certificazione del mobile di legno (rispetto a quello in truciolare) potrebbe risultare l’elemento di differenziazione che permetta ai mobili certificati una ulteriore distinzione in questo competitivo mercato. D’altronde sarebbe difficile per i mobili certificati entrare nelle alte categorie del dettaglio poiché spesso trattasi di prodotti di abete. Anche se dispongono di una loro bellezza non possono competere con specie più dure e quindi più apprezzate come il ciliegio e il rovere. Un altro elemento da considerare nell’ipotesi di creare un mercato di mobili certificati è la centralità del Wal-Mart nella vendita al dettaglio in Messico. La sua posizione di venditore di mobili può aumentare. Anche se Wal-Mart decidesse di vendere maggiori mobili in legno, la sua politica commerciale incentrata sui costi sarebbe in conflitto con i mobili certificati.
Il Messico si caratterizza per la presenza di una fascia di popolazione ad alto potere d’acquisto che ricerca prodotti di lusso con sempre maggiore interesse, in particolare se di origine italiana. Esiste, dunque, un mercato di nicchia di circa 7 milioni di abitanti (il 5% della popolazione totale), i quali possono permettersi acquisti di prodotti di lusso. Nonostante la crisi economica, il settore del lusso è cresciuto del 10% nel 2011, con vendite per un valore di 191 milioni di US$ in quell’anno, contro i 173 milioni di US$ del 2010. Il Messico è attualmente il principale paese in questo settore per l’America Latina. Per il 2013 si prevede una crescita del 20%, con la quale il Messico entrerà a far parte dei principali otto mercati nel settore del lusso. Il mercato dell’arredamento e del design in Messico risulta aperto per la mancanza di innovazione locale nel design ricercato e di lusso, per la scarsa produzione messicana e l’arretratezza dei macchinari e delle tecniche di progettazione e realizzazione. La presenza italiana in Messico conta con marchi di vari subsettori dell’arredamento e del design, come ad esempio Teuco, Bisazza, Natuzzi, Poltrone Frau, Pedini, Berloni, Kartell, Calligaris, Roche Bobois, LigneRoset, Studio Luce, Scarabeo Ceramiche, Effepimarmi, Firma-Frattini, Gruppo Busnelli.
Il settore dell’arredo é trainato dalla crescita del settore della costruzione ad uso abitativo in Messico. Data la crescita nel numero di abitazioni richieste dal mercato, molte delle quali di un segmento di mercato medio-alto, inevitabilmente si crea una crescita nella domanda di prodotti d’arredamento, mobili ed accessori per l’arredo casa, tra i quali il Made in Italy spicca per la qualità ed il livello di pregio dei prodotti. Il mercato non é ancora pienamente maturo, vista la bassa propensione del cliente messicano a spendere importanti quantità di denaro nella realizzazione degli uffici aziendali. Si tratta più che altro di una nicchia di mercato che si indirizza fondamentalmente all’alta direzione che ruota attorno a pochi importatori specializzati. Il segmento si distingue per la funzionalità richiesta al mobilio, trattandosi di postazioni di lavoro che devono agevolare il lavoro dei dipendenti ed il comfort.
Da considerare, infine, la forte presenza di hotel, la cui realizzazione é spinta dal settore turistico, settore di grande sviluppo ed importanza per il Messico. La necessità di strutture alberghiere di un livello adeguato all’accoglienza dei turisti statunitensi ed europei rappresenta una opportunità per il settore contract. Nel 2013 la catena alberghiera City Hotels si prepara ad aprire 15 strutture in Messico, aggiungendo 9.861 camere e saranno aperti hotel a: Cittá del Messico (3), Apizaco, Cabo San Lucas, Cananea, Coatzacoalcos, Chetumal, La Paz, Oaxaca, Puebla, Salina Cruz, San Luis Potosì, Tabasco e Toluca.
La dimensione del mercato messicano, sia in termini di popolazione che di reddito pro-capite, induce a considerazioni positive sulla opportunità di cercarvi uno sbocco commerciale. Il mobile italiano gode già di una buona reputazione ma necessita di molti sforzi introduttivi o promozionali per la sua presentazione. Va tuttavia tenuto conto della particolare segmentazione del mercato e della sua contiguità con gli USA. Questo secondo elemento può risultare favorevole a chi esporta già negli USA che si prestano a fungere da modello di riferimento, come accade per altri settori, oltre che ad ospitare una base distributiva just across the border. La produzione locale di mobili, generalmente realizzata con macchinari obsoleti e tecniche superate di progettazione e design, lascia notevoli spazi per l’introduzione del mobile design italiano.
Fonte: http://www.exportonline.org